lunedì 7 giugno 2010

262 > Scuse

Volevo scusarmi con me stesso, perchè ho tralasciato questo blog.. volevo scusarmi con te.. per lo stesso motivo.. devo scusarmi anche con Avatar .. devo scusarmi con tante persone.
Ci sono tante novità.. fatico a raccontarle tutte ma ci proverò....

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Quante persone a cui devi chiedere scusa! Sei sicuro di aver fatto torto a tutti loro? O semplicemente speri di annullare una distanza che si è venuta a creare con la parolina "mi dispiace"?
Anche se non ti conosco, credo che tu non sia capace di infliggere dispiaceri forti alle persone a cui tieni particolarmente (ne è la dimostrazione questo blog, per come è stato concepito). Sì, certo, a volte può capitare di dire una cosa di troppo, oppure tralasciare uno sguardo quando si dovrebbe indagare, dimenticarsi le cose importanti per l'altro e vedere solo le proprie, etc, però sono cose che succedono. A tutti, e tutti i giorni.
(Posso divagare? Grazie)
A volte, succede anche di prendere una decisione che può far male e allontanare chi ci sta vicino. Perseguire quella scelta, rimanendo mano a mano solo (o perdendo le altre opportunità che ti scorrono accanto), arrivare dove si voleva, e scoprire. Se ne è valsa la pena, oppure bisogna mettersi nuovamente in cammino. In entrambi i casi, si finisce per valutare le perdite, riflettere su cosa o chi abbiamo perso o abbiamo ferito. Perché la verità è che ad ogni passo della nostra vita possiamo perdere qualcuno. Per la distanza, per una non presa di coscienza, per un inganno altrui, per la semplice cessazione di valori in comune o di vita. Un sentimento che è stato forte può estinguersi, mentre un altro divampare in pochi giorni. Una valore che prima era condiviso da un gruppo, può ora essere considerato importante solo da un singolo...

Per tutte queste cose, che succedono, a me dispiace. Potrei anche chiedere scusa, alle persone che ho lasciato dietro di me, e ringraziarle di aver fatto qualche passettino della loro strada con me, ma a volte non c'è neanche l'opportunità di fare questo. E' la vita. Così, ho semplicemente scelto la tattica: me ne frego, quelli che ho lasciato indietro (per un motivo o per l'altro) sono... il passato. Se dovesse capitarmi di rincontrarli apprezzerò la loro compagnia un'altra volta, e godrò di quello che vorranno condividere con me, e loro faranno altrettanto; ...

e ricordarmi che se li ho lasciati andare, o se io li ho allontanati, anche provando dolore, significa... che potevo farne a meno. E che in qualche modo posso proseguire oltre. Credo che si possa sempre proseguire oltre.

Per tornare in tema con quello che hai scritto, sono sicura che le persone che ti sono accanto e a cui tieni lo sanno. Sanno che un giorno loro potrebbero fare un torto a te e tu a loro, perché dopotutto ogni persona pensa con la propria testa e sente con la propria pelle ed è ancora impossibile mettersi nel corpo dell'altro, ed evitare le incomprensioni. Sanno anche che tu vuoi loro bene, e ti ricordano che anche per loro il sentimento è altrettanto sincerto nei tuoi confronti.
Sapete che se siete vicini, entrambi credete che il sentimento che vi lega, di qualsiasi natura sia, è talmente importante da non proseguire oltre. Da non... lasciarlo scorrere via, insieme alla vita. Perchè quel sentimento è la vostra vita, una parte importante.
Può capitare alle volte che la parolina "mi dispiace, scusa" serva, ma... più per l'orgoglio dell'altro o per il senso di colpa: se ti ho fatto torto, e lo so, vedo anche negli occhi quanto dolore ti ho fatto, e il tuo dolore diventa il mio, e tu sai che sto soffrendo anch'io...

Buona giornata.

Anonimo ha detto...

... Sono sempre io.
Mi sento malinconica, speravo di distrarmi venendo sul tuo blog, ma i giorni passano, passano...senza lasciare traccia. Non i tuoi, i miei (so, o meglio spero, che posterai il recupero delle tue avventure).
Sto ascoltando "Late goodbye" dei Poets Of The Fall e, non lo so, ho un vuoto, dentro.
E' come... è la stessa sensazione che provo in una di quelle mattine in cui mi sveglio dentro il bosco, nel sacco a pelo: perché la sera prima ho mandato tutto a *******; vorrei abbandonarmi lì, lasciare il mio corpo in balia della luce, e delle foglie che frusciano, mentre il vento trasporta lontano il silenzio; vorrei assorbire i colori, i suoni... ed invece mi alzo e mi rendo conto che non c'è niente da fare: è giunta l'ora di tornare a casa, di proseguire la vita. Mi scrollo il terriccio, mi liscio i capelli con le dita, mi allaccio le scarpe: e mi domando: perché? Perché? durante tutto il tragitto.
Ovviamente quando sono nella mia stanza, l'unica cosa che ho voglia di fare, che mi sento di fare è di immergermi nella lettura di un buon libro. Mi relego in un angolo buio,(beh'... tutta la casa è buia, quindi, in sostanza non c'è neanche il concetto di angolo) e aspetto. Fino a quando anche fuori è buio.
Solo allora ricordo, il ricamo di luce tra le ombre e le sagome degli alberi e il cielo incolore, la sensazione che attorno a me è ancora tutto in divenire. Mentre io finisco per percepirmi più notte della notte.


Sto scrivendo proprio delle stupidate.